Il sistema POS: una soluzione di pagamento per le imprese

In un mondo come quello attuale, dove le varie forme di pagamento virtuali stanno prendendo il sopravvento, l’utilizzo del POS da parte degli esercenti e dei liberi professionisti è ormai da anni una routine. Inoltre, per sgombrare il campo da ogni dubbio, la Legge di Stabilità 2016 ha reso l’utilizzo del POS obbligatorio per le due categorie sopra citate. Tuttavia, su questo dispositivo di pagamento ancora tantissimi utenti hanno informazioni lacunose, e in queste righe proveremo a dare tutte le dritte necessarie sull’utilizzo del POS.

Cos’è il POS

Il termine POS non è altro che l’acronimo di Point of Sale (punto vendita), ed è stato utilizzato sin da subito per indicare un terminale elettronico collegato alla rete telefonica, che ad ogni pagamento (la cosiddetta “strisciata” con la carta di credito o debito) invia l’autorizzazione alla transazione dapprima al gestore del servizio, che a sua volta girerà l’ordine alle banche di venditore e compratore. Gli addebiti e gli accrediti avvengono in automatico e in pochi secondi, senza ulteriori azioni da parte dell’esercente.

Le tipologie di POS

Nel corso degli anni il funzionamento del POS ha subito continue evoluzioni, molte delle quali legate allo sviluppo della telefonia mobile e del Web in generale. A oggi, si possono annoverare cinque tipologie di POS:

  • POS Fisso
  • POS Mobile
  • POS GSM/GPRS
  • Pocket POS
  • POS Virtuale

POS Fisso

Il POS fisso è quello tradizionale, usato ancora dalla maggior parte degli esercenti. Si tratta di un dispositivo composto da due sezioni: una riservata al venditore, dove può controllare l’esito della transazione e la stampa degli scontrini, l’altro ad uso del cliente, dove dovrà digitare il PIN della sua carta di credito o debito. L’avvento della tecnologia ContactLess ha reso superflua anche la vecchia “strisciata”: basta appoggiare la carta sul POS per avviare la transazione, e per alcuni acquisti (solitamente quelli inferiori ai 25 euro) non occorre digitare il PIN. Questo dispositivo, come anticipato in precedenza, si collega direttamente alla rete telefonica, dato che è dotato del classico connettore Rj-11. Alcuni recenti modelli supportano il connettore RJ-45, quello tipico del cavo Ethernet. L’unico vero neo di questo dispositivo è che, in caso di guasto alla rete telefonica, non può funzionare.

POS Mobile

Il POS mobile è stato la prima vera tecnologia che ha avviato la profonda rivoluzione nel mondo dei pagamenti. Il dispositivo ha sempre le forme del classico POS, ma è collegato via Bluetooth allo smartphone dell’esercente, che avrà a sua volta installato la specifica app del servizio. A termine della transazione, il POS mobile invierà un SMS e/o una mail al cliente per notificare l’esito dell’operazione.

Confronta i marchi di POS mobile con il nostro articolo dedicato.

POS GSM/GPRS

Il POS GSM/GPRS è forse uno dei meno comuni, probabilmente perché sfrutta una tecnologia ormai obsoleta. Il dispositivo è dotato di un lettore di carta SIM, quindi è fondamentale avere una scheda di un gestore di telefonia mobile. I limiti di questo posso sono legati alle problematiche di copertura di rete, che a fasi alterne interessano ancora la totalità dei gestori di telefonia mobile che operano in Italia. Gli unici che utilizzano con una certa frequenza il POS GSM/GPRS sono i taxi.

Pocket POS

Il pocket POS sfrutta la stessa tecnologia del POS mobile, ma ha una peculiarità specifica: può essere spostato in un raggio di azione di massimo 10 metri. Può sembrare una caratteristica banale, ma si rivela in realtà molto utile quando il cliente, per vari motivi, non può avvicinarsi al terminale centrale per effettuare il pagamento. Si pensi ai distributori di carburante, ai bar e ai ristoranti, dove l’esercente porge letteralmente al cliente il POS per effettuare il pagamento. I modelli più recenti di Pocket POS sono dotati di collegamento wireless, che è molto più stabile del Bluetooth.

POS Virtuale

Il POS virtuale, infine, è utilizzato esclusivamente dagli utenti che hanno un sito di e-commerce in cui è permesso il pagamento con carta (ormai quasi tutti). Una volta immessi gli articoli nel carrello, l’utente inserisce in un apposito form i dati della carta di pagamento, chiudendo in pochi secondi la transazione.

Vantaggi e costi dei POS

I POS rappresentano indubbiamente un metodo semplice ed efficace per effettuare i pagamenti. A beneficiarne maggiormente è soprattutto il cliente, che il più delle volte non affronta alcuna spesa aggiuntiva legata all’utilizzo della carta. Sono solo due i casi in cui il cliente deve sostenere una spesa extra per ogni pagamento fatto con POS: quelli con valuta diversi dall’Euro (applicando quindi i tassi di cambio) e quelli con carta di credito.

Nonostante il negoziante sia quello che invece deve far fronte a costi fissi e periodici, il POS rimane uno strumento vantaggioso anche per chi vende, perché permette di tenere la contabilità sotto controllo, grazie alla tracciabilità dei pagamenti, senza contare che il pagamento con carta è da sempre uno dei preferiti dai clienti.

La voce costi, nello specifico, per il venditore è legata a vari aspetti. La prima cosa da fare è ovviamente, munirsi di un POS, e quindi occorre anzitutto acquistare il dispositivo. Per un POS tradizionale solitamente la spesa si aggira sui 100 euro, anche se le ultime campagne pubblicitarie di alcune aziende del settore stanno portando verso il basso questo costo. La vera nota dolente è forse legata all’abbonamento mensile per avere un POS: il costo varia a seconda dell’azienda fornitrice del servizio e/o alla banca a cui è legato il conto corrente dell’esercente. Volendo fare una stima, la media è dai 30 ai 40 euro mensili. A questi vanno poi aggiunte le commissioni, ovvero i costi che ogni circuito bancario applica alla singola transazione: si va da un minimo del 2% a un massimo del 4% per ogni vendita.

Trova i 10 migliori sistemi POS nel nostro articolo comparativo.

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