Costi di un sistema POS per la vendita al dettaglio

Come noto, dal 30 settembre 2017 sussiste l’obbligo per i commercianti e i professionisti del terminale di pagamento elettronico, meglio conosciuto come POS.

Si tratta di un sistema combinato di hardware e software volto alla realizzazione di pagamenti tramite carte di credito, carte di debito e carte prepagate. Attualmente è possibile constatare la presenza di questi terminali in quasi tutte le attività che si rivolgono al pubblico.

Ma quali costi comporta l’installazione e il mantenimento di un sistema POS per i negozi al dettaglio? Continua la lettura per scoprirlo.

Fattori che incidono sull’acquisto di un POS

Se da un lato è divenuto oggetto di obbligo munirsi di POS, dall’altro, i titolari di un negozio di vendita al dettaglio sono esposti a costi importanti e legati a diversi fattori.

Nello specifico, già l’installazione di un terminale elettronico comporta il costo per l’hardware, per i codici di abilitazione e per l’intervento del tecnico per la messa in funzione dell’apparecchio.

Accanto ai costi iniziali per l’installazione, il mantenimento di un POS prevede il pagamento di un canone mensile (a titolo di comodato d’uso e per i servizi relativi), di commissioni sulle transazioni (spese fisse applicate dalla banca su ogni transazione effettuata), di commissioni in percentuale sulle transazioni (ulteriori costi applicati in base al volume delle transazioni e al circuiti a cui appartengono le carte di pagamento) e di assistenza tecnica (a volte non inclusa nel canone mensile).

Queste sono le maggiori voci a cui dare attenzione al momento della stipula del contratto, ma possono variare in base alle caratteristiche dell’esercizio commerciale, al volume d’affari e al fatto di avere un POS collegato o meno a un istituto bancario.

Infatti, è possibile anche usufruire di apparecchi scollegati dalle banche, che presentano dei costi di gestione più competitivi rispetto ai POS tradizionali.

Commissioni legati ai POS con banca

Il mantenimento di un POS comporta l’obbligo per il commerciante di rispondere ad alcuni costi, che possono variare a seconda se il sistema è collegato a Poste Italiane oppure a un istituto bancario.

Nel dettaglio, Poste Italiane applica le seguenti spese:

  • installazione gratuita;
  • 79,00 € come costo per il dispositivo di lettura carte;
  • 15,00 € come canone mensile di noleggio POS da tavolo;
  • 21,50 € come canine mensile di noleggio POS cordless;
  • 25,00 € come canone mensile noleggio POS collegato a Internet.

Tali costi si intendono senza Iva.

Per quanto riguarda invece le commissioni applicate dalle banche, qui di seguito sono elencate le voci di spesa di due istituti principali, Intesa San Paolo e Unicredit.

Intesa San Paolo applica:

  • installazione gratuita;
  • 200,00 € per furto o smarrimento e recesso entro 24 mesi;
  • da 9,00 a 18,00 € come canone mensile per POS fisso analogico;
  • da 24,00 a 29,00 € come canone mensile per POS fisso su ADSL;
  • da 31,90 a 40,00 € come canone mensile per POS su ADSL cordless;
  • da 21,90 a 30,00 € come canone mensile per POS GSM.

Unicredit applica per i POS senza conto corrente:

  • 100,00 € come costo fisso per POS Standard, POS Cordless e POS GSM;
  • 28,50 € come canone mensile per POS Standard;
  • 40,00 € come canone mensile per POS Cordless;
  • 51,00 € come canone mensile per POS GSM;
  • 49,50 € come canone mensile per POS ADSL su rete aziendale;
  • 51,00 € come canone mensile per POS ADSL su rete pubblica.

Tuttavia, Unicredit dà la possibilità di sottoscrivere il Package Imprendo, un pacchetto con conto corrente che prevede la fruizione di alcune agevolazioni sui costi del POS. Precisamente, fissa a 11,42 € il canone mensile per il POS Standard e a 28,53 € il canone mensile per i POS Cordless e GSM.

Commissioni legati ai POS senza banca

In alternativa ai terminali collegati alle poste o alle banche, un commerciante al dettaglio può noleggiare anche un POS di ultima generazione a basso costo e senza collegamenti bancari. Eccone alcuni:

  • Jusp (47,50 € di costo POS e 2,5% di commissione su tutte le transazioni);
  • Wallet-ABILE (84,00 € di costo POS, 1% di commissione su Bancomat, PayPal e PostePay e 2,75% per carte di credito internazionali);
  • SumUp (79,00 € di costo POS e 1,95% di commissioni su tutte le carte);
  • Payleven (96,00 di costo POS e 2,7% di commissioni);
  • POS virtuale di Solo (2,5% di commissioni e 0,18 € per ogni transazione).

POS migliore a quale prezzo?

Per un negozio al dettaglio, la soluzione migliore è rappresentata dall’avere un POS che permetta di gestire i pagamenti facilmente e in modo immediato con costi non eccessivi; infatti, i piccoli negozi in genere non registrano un volume d’affari tale da giustificare l’utilizzo di terminali particolarmente avanzati e per i quali vi siano costi di gestione importanti.

A primo acchito, si è portati a considerare i POS senza banca come la scelta più opportuna per questa tipologia di esercenti. Ad esempio, SumUp prevede il pagamento di un costo iniziale per l’acquisto del lettore (79,00 €), ma al contempo non ha canoni mensili, non ci sono vincoli contrattuali e vi sono costi fissi di commissione. Inoltre, si presenta come un dispositivo facile da usare e che permette di controllare tutte le transazioni in tempo reale.

Per chi invece preferisce affidarsi a terminali collegati a istituti, il POS di Poste Italiane appare come uno strumento valido e disponibile a costi accessibili (79,00 € + Iva e senza canone mensile). L’unica pecca però è data dal fatto che funziona solo per clienti BancoPosta, così come il POS Move and Pay di Intesa San Paolo funziona solo per i suoi correntisti.

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