Quando serve un conto corrente dedicato solo alla partita IVA ?

La proposta bancaria del mercato italiano vanta da anni una lunga lista di prodotti finanziari per soddisfare ogni necessità degli utenti. Una vasta gamma che da una parte dà la possibilità di una scelta ad ampio raggio e dall’altra impone la conoscenza di alcuni fattori per una scelta cosciente, fatta su misura e altamente conveniente. In particolare, con quest’articolo tratteremo il conto corrente per ditta individuale per capire la reale utilità e l’obbligatorietà o meno di simili prodotti bancari.

In fondo, la domanda sulla necessità di un conto corrente da utilizzare esclusivamente per l’attività professionale è abbastanza ricorrente tra gli interessati e merita una risposta chiarificatrice che sgombri il campo da qualsiasi dubbio. Passiamo dunque ai paragrafi successivi per scoprire quello che c’è da sapere:

  • cosa prevede la legge in questi casi,
  • l’utilità di aprire un conto corrente per ditta individuale,
  • per liberi professionisti fino alle riflessioni finali.

Conto corrente per partita IVA: cosa prevede la legge

Per una trattazione corretta della tematica in questione non si può assolutamente ignorare la normativa in vigore. Infatti, non tutti sanno che, ad oggi, la legge non prevede alcun obbligo per le persone fisiche di aprire un conto per le partite IVA, cioè un conto corrente business destinato solo ai movimenti riconducibili all’attività professionale svolta. Perciò gli avvocati, i medici, gli ingegneri e qualunque altro libero professionista non hanno l’obbligo di associare un conto alla propria partita IVA. A nulla, finora, sono valsi gli ultimi tentativi di introdurre nuovamente tale obbligo.

Tuttavia un conto corrente per ditta individuale e per i liberi professionisti è opportuno soprattutto per adempiere agli obblighi di natura fiscale. Nonostante il Decreto Legge 112/2008 abbia abrogato l’obbligatorietà di avere un conto esclusivo per l’attività svolta, infatti, resta la necessità di un conto per versare allo Stato le imposte dovute.

Infatti, in ottemperanza al Decreto Bersani del 2006, i versamenti dei contributi e delle tasse vanno fatti esclusivamente con mezzi telematici. Non possono essere fatti con il pagamento in contanti presso gli uffici dell’Agenzia delle Entrate. Vietato dunque dalla legge il pagamento cash agli sportelli. Tra l’altro, con diverse carte prepagate dotate di IBAN, molto spesso non è permesso il pagamento del modello F24 per i versamenti di contributi ed imposte. Solamente ai privati la normativa attuale consente il pagamento delle imposte attraverso i modelli F24 cartacei direttamente presso gli sportelli di banche e poste.

Per una logica conseguenza, la titolarità di una partita IVA necessita fin da subito di un conto corrente. Questo serve per adempiere con regolarità e nei termini previsti ai versamenti contributivi e fiscali. Non un obbligo di legge ma neanche uno sfizio, un conto corrente per la partita IVA è molto funzionale per la causa specie in alcune circostanze.

Conto corrente per ditta individuale: la convenienza di aprire un conto del genere

È possibile affermare che aprire un conto per ditta individuale conviene alla luce dei diversi vantaggi in termini di trasparenza e di praticità. Al netto dei costi da sostenere per l’apertura e la gestione di un conto corrente del genere è sempre una buona abitudine tenere conto di alcuni benefit. Di seguito ecco i principali vantaggi:

  • distinzione netta tra i costi riconducibili alle attività professionali e quelli di carattere familiare;
  • massima trasparenza nei casi di controlli da parte dell’Agenzia delle Entrate, con la possibilità per l’incaricato all’accertamento di una verifica chiara e semplificata tra entrate e uscite. Senza i rischi cioè di fare confusione con voci che nulla hanno a che fare con l’attività professionale svolta dal possessore della partita IVA. In altre parole, un conto dedicato permette di avere traccia degli incassi a seguito delle fatture emesse e dei costi sostenuti per l’attività professionale;
  • gestione corretta delle finanze in virtù di un rigoroso monitoraggio del denaro in entrata e in uscita.
  • azzeramento dei rischi di sanzioni per movimenti sospetti.

Una serie di benefit da poter capitalizzare al massimo con l’apertura di un conto corrente per ditta individuale o per liberi professionisti e che non si possono ignorare per una migliore e trasparente gestione finanziaria della propria attività professionale.

Conto corrente per partita IVA: riflessioni finali

L’apertura di un conto corrente da utilizzare esclusivamente per l’attività professionale resta un’opportunità da valutare con estrema attenzione, pure in assenza di un vero e proprio obbligo di legge. Un discorso valido principalmente per i liberi professionisti che regolarmente eseguono movimenti di cassa e per le partite IVA con la volontà di fruire di qualche bonus o di qualche agevolazione fiscale previsti spesso dalle Leggi di Bilancio.

L’uso di un conto corrente per ditta individuale e per liberi professionisti è quindi un’ottima soluzione per gestire al meglio l’attività professionale. Serve per non fare confusione con altre voci di costi e per facilitare gli adempimenti fiscali e contributivi. Seppur non obbligatorio, un conto corrente per partita IVA resta un efficiente e funzionale strumento per separare la vita professionale da quella familiare. Appare chiaro che avere la contabilità dei negozi assieme ai movimenti di denaro destinati alle spese familiari non consente un quadro chiaro della situazione professionale. Anzi, il più delle volte, comporta molta confusione.

Naturalmente tutte valutazioni devono essere fatte senza mai dimenticare le spese dovute all’istituto di credito per l’apertura e la gestione del conto “business” per le partite IVA, generalmente più alte rispetto a quelle praticate per un conto corrente privato. A queste, eventualmente, devono essere aggiunti altri costi in base ai sevizi offerti dalla banca e alle singole necessità.