Quanto costa inviare denaro all’estero per lavoro?

In un mondo globalizzato, oggi più che mai può essere necessario inviare denaro all’estero per lavoro, ma quali sono i canali più adatti? Quali sono i costi che un’azienda deve sostenere?

Il trasferimento di denaro all’estero

Generalmente, un’azienda ricorre al trasferimento di denaro all’estero per lavoro in funzione del pagamento delle transazioni commerciali che quest’ultima intrattiene con altre aziende od enti ubicati al di fuori dei confini dello Stato in cui la stessa ha sede. In seconda battuta, l’azienda può inviare denaro all’estero nel caso in cui abbia necessità di mettere a disposizione somme di denaro per eventuali lavoratori che operino in un altro Stato. Possono essere somme legate al pagamento di beni o servizi che il personale della compagnia deve necessariamente acquistare in loco, per esempio.

Ma inviare denaro all’estero non è un’operazione gratuita e vi sono dei costi da sostenere. I costi non sono fissi o regolati da accordi internazionali, ma frutto della contrattazione di mercato. La situazione che ne scaturisce è di notevole differenza tra un operatore e l’altro, senza volerci addentrare in quella selva oscura in cui pubblicità ingannevoli spacciano per operazioni a “costo 0” transazioni che vedono i costi mascherati all’interno di altre voci.

Come funziona

Per cominciare, indipendentemente dal tipo di operatore che si scelga di utilizzare, per il trasferimento di denaro all’estero si paga una commissione; rappresentata da un costo fisso o da una percentuale sulla somma da trasferire che viene trattenuta dall’operatore stesso. Se l’operazione avviene con una moneta diversa dall’euro bisogna mettere in conto un ulteriore aggravio di spesa, rappresentato dal tasso di cambio.

Attenzione, perché proprio il tasso di cambio è la voce su cui i cosiddetti “furbetti” riversano i costi nascosti. Non di rado, le famose operazioni a “costo 0” vedono un tasso di cambio sensibilmente più alto di quello praticato dalla concorrenza. In pratica, gli operatori non applicano il tasso di cambio reale. È doveroso ricordare che il tasso medio di mercato non è un valore segreto: basta verificarlo su Google, Xe o Yahoo Finance. Molti operatori applicano un tasso di cambio proprio che comprende “lo spread nel tasso di cambio“, un eufemismo per dire che al tasso di cambio reale è stata apportata una maggiorazione. In perfetto linguaggio finanziario (che per l’utente medio è uguale all’aramaico). Quindi, come sempre, occhi aperti prima di mettere mano al portafoglio.

Quale metodo adottare per il trasferimento di denaro all’estero online?

Quale operatore scegliere, dunque, per spostare denaro all’estero per lavoro? Conviene affidarsi alle banche, operare con le poste, fare un pensierino sul servizio offerto dagli MTO (Money Transfer Operator) oppure volgere lo sguardo ai servizi online? È questa la domanda da un milione di dollari (tanto per rimanere in tema di valute internazionali…). Comparazione, probabilmente, è la parola giusta. Controllare, verificare e confrontare sono le uniche azioni che, sicuramente, possono aiutare a capire quale operatore pratica il miglior prezzo possibile in un preciso momento.

Il bonifico bancario

Inviare soldi all’estero con bonifico, sicuramente, è una delle operazioni più facili; sia che ci si rechi in filiale oppure che ci si affidi all’home banking.

Esistono due tipi di bonifici: i SEPA (Single Euro Payments Area. In pratica tutti i Paesi che fanno parte della C.E.) e i NON SEPA (il resto del mondo).

Quanto costa traferire denaro all’estero con un bonifico? Come avete intuito, dipende dal bonifico, se è un SEPA o un NON SEPA. Questo significa che un bonifico SEPA (in valuta euro) vede applicate le stesse commissioni di un pagamento locale, ma dipende comunque dall’operatore a cui ci si rivolge. Per operazioni in ambito NON SEPA abbiamo già detto che influisce (molto) sul costo dell’operazione lo spread del cambio. Poiché, anche qui, ogni operatore applica prezzi suoi, un costo univoco non è possibile calcolarlo. Per capire cosa significhi, però, facciamo un piccolo esempio: poniamo che l’azienda abbia necessità di spostare 1.000 dollari dall’Italia negli USA. Consideriamo che il tasso reale di cambio sia 1,1220 e che la banca applichi un suo cambio con un valore di 1,0820. Calcolatrice alla mano, al cliente l’intera operazione è costata 40 € che ha pagato in più rispetto al cambio reale, a cui deve sommare il prezzo della commissione che la banca applica per la transazione. È solo un esempio, ma spiega il meccanismo.

Le poste

È possibile inviare denaro all’estero con Poste Italiane, utilizzando il servizio MoneyGram. Bisogna, però, recarsi in posta ed è presente il limite di 999,00 € trasferibili alla settimana, mentre con i bonifici non sono presenti limiti.

Vaglia internazionale: L’importo dei vaglia diretti all’estero è indicato nella moneta dello Stato a cui è destinato o in una moneta convenuta. Qui i limiti dell’operazione variano da Paese a Paese.

MoneyGram mette a disposizione della clientela le tariffe di commissione online, ma attenzione: anche qui, come recita il sito ufficiale “In caso di pagamento in valuta diversa da euro, alle transazioni è applicato un tasso di cambio giornaliero stabilito da MoneyGram o dai suoi agenti. ” Chiaro?

Gli MTO (Money Transfer Operator)

Siamo in presenza di aziende specializzate nel trasferire il denaro all’estero. Un tempo bisognava recarsi presso la sede dell’agenzia e le operazioni si svolgevano solo in contanti, oggi è possibile anche l’operatività online. Gli importi delle commissioni non sono proprio popolari: infatti, possono arrivare al 10% dell’importo della transazione.

I servizi online

I servizi online permettono tempi di trasferimento piuttosto veloci e, contemporaneamente, offrono la grande comodità dell’operatività online: con un semplice computer e una rete internet è possibile trasferire il denaro in qualunque parte del mondo, senza muoversi dall’ufficio. PayPal, Payoneer, Transferwise, WesternUnion, ecc. sono soltanto alcuni esempi di ciò che il mercato offre.

Anche qui alcuni operatori applicano uno spread sul tasso di cambio. Occhio anche al trasferimento mediante carta di credito o da conto bancario, perché le differenze di costi sono considerevoli. Per dovere di cronaca, però, è giusto segnalare che alcuni operatori, invece, fanno della trasparenza il loro cavallo di battaglia: commissioni chiare e utilizzo del tasso di cambio reale, non soggetto a spread, sono i due principali strumenti con cui cercano di emergere dalla selva oscura dei trasferimenti di denaro internazionali.

Dulcis in fundo, per un conteggio esaustivo dei costi da sostenere per il trasferimento del denaro all’estero è bene ricordare che le transazioni commerciali sono esonerate dal versamento dell’imposta sul trasferimento di denaro all’estero, fuori dalla Comunità Europea, introdotta con il Decreto-Legge 23 ottobre 2018, n. 119, successivamente convertito nella Legge 17 dicembre 2018, n. 136 (pubblicata nella G.U. Serie Generale n.293 del 18-12-2018) ed entrata in vigore il 19/12/2018. Attenzione, però: i trasferimenti di denaro che non rientrano nel novero delle esenzioni sono soggetti all’ulteriore tassazione dell’1,5%.

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