Impresa individuale e banche: quale conto corrente ti conviene?

Esiste un tipo di conto corrente più adatto di altri alle esigenze dell’impresa individuale? E quali costi è necessario affrontare? Sono tutte domande legittime a cui non sempre è facile dare una risposta univoca.

le banche professionali

confrontare

Il conto bancario per l’impresa individuale

ll conto corrente per ditta individuale viene concepito (in teoria) per rispondere al meglio a tutte le esigenze di una ditta che è di proprietà di una singola persona ed è da questa gestita. Non tutti i conti correnti sono uguali e le loro caratteristiche, come i costi, variano da una banca all’altra.

Il conto dell’impresa va separato da quello personale?

L’attuale normativa italiana non prevede l’obbligo, per il titolare di un’impresa individuale, di tenere il conto bancario utilizzato per l’azienda separato da quello personale. Le due cose possono tranquillamente coesistere. Certo, un conto bancario dedicato all’azienda è sicuramente più comodo da gestire, specialmente nel caso sia necessario effettuare controlli e verifiche. Ma, allora, cosa conviene fare?

La mia impresa individuale può non avere il conto corrente?

Sebbene il conto corrente dedicato all’attività non sia obbligatorio è sicuramente necessario possedere un conto corrente sul quale operare incassi e pagamenti superiori ai 3.000 (in ottemperanza alla vigente normativa antiriciclaggio), effettuare i versamenti legati ai modelli F24 per imposte e contributi, inoltre, per le attività rivolte al pubblico anche collegare il POS. Dunque, non è obbligatorio avere un conto esclusivo, si può tranquillamente gestire un ditta individuale con conto corrente promiscuo.

Che caratteristiche dovrebbe possedere un conto corrente aziendale?

Un’azienda ha bisogno di una serie di servizi, legati proprio alle specifiche esigenze dell’impresa:

  • Internet banking. Per poter operare direttamente da una postazione PC, senza perdere tempo negli spostamenti e in code agli sportelli.
  • Versamenti modelli F24. Oggi imposte e contributi si versano telematicamente, ma le operazioni hanno dei costi da valutare.
  • Carte di credito. È possibile che per alcuni collaboratori sia necessario avere una carta di credito a disposizione, per far fronte alle spese di servizio.
  • Bonifici. Sono le operazioni più comuni per la normale attività dell’azienda, legate al pagamento dei fornitori e all’incasso delle fatture dai clienti, ma anche i loro costi vanno valutati.
  • Bonifici SEPA. Un vero meandro in cui è un attimo spendere cifre considerevoli in commissioni e costi nascosti.
  • POS. Chi ha contatti con il pubblico e tutte le categorie di soggetti che hanno l’obbligo di accettare pagamenti in moneta elettronica deve assolutamente vincolare un conto a questo apparato.

Conto personale vs. business: come scegliere

Per cercare di capire se sia meglio avere un conto personale, da utilizzare anche per tutta l’operatività legata all’impresa o se sia meglio aprire un conto corrente dedicato all’impresa bisogna tenere ben a mente alcuni fattori:

  • Gestione delle finanze. Un conto corrente dedicato per ditta individuale ti permette di avere un quadro della situazione, riferito ai tuoi incassi ed alle spese molto più chiaro ed immediato. Soprattutto, considerando che ti permette di tenere separati i movimenti di denaro dedicati all’attività da quelli destinati all’uso privato.
  • Incassare un assegno intestato all’azienda XXX del sig. Rossi Mario sul conto personale del sig. Rossi Mario potrebbe essere un problema, poiché le banche considererebbero un’incongruenza l’intestazione dell’assegno rispetto al nominativo dell’intestatario del conto. Certo, puoi scegliere di non dare un nome alla tua attività, ma il transito di migliaia di euro su un conto intestato ad una persona fisica potrebbe attirare dei controlli antievasione.
  • Il conto corrente aziendale ha costi decisamente superiori rispetto al conto personale.

Conto corrente ditta individuale: cosa serve per aprirlo

L’apertura di un conto tramite i canali tradizionali, cioè le banche, prevede che tu fornisca, insieme al contratto, il piano aziendale. Questo documento indica alla banca quali persone, oltre a te, saranno autorizzate ad effettuare operazioni sul conto ed entro quali limiti e contiene tutti i dati utili alla loro identificazione. In seguito le stesse dovranno apporre una firma certificata.

A questo punto puoi recarti in banca con il n. di partita IVA, il Codice Fiscale, la carta d’identità in corso di validità. Dovrai anche fornire i dati come indirizzi, ragione sociale, recapiti, ecc. Al termine dovrai apporre le firme sul contratto e te ne verranno rilasciate alcune copie.

Abbiamo già accennato al discorso delle cosiddette neobank: non solo offrono interessanti alternative alle soluzioni classiche, ma anche una maggiore celerità nel disbrigo delle pratiche: tutto avviene online e in poche decine di minuti è possibile aprire un conto.

comments
Lascia una risposta

Il tuo indirizzo e-mail non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati con *