Il factoring delle fatture fa bene agli affari?

Nel nostro Paese, complice la crisi che attanaglia il pianeta, il factoring (nato nell’ordinamento giuridico anglosassone) ha cominciato ad essere sempre più usato anche dalle PMI. Uno strumento che permette, fra le altre sue funzioni, la concessione di finanziamenti alle imprese.

Il factoring

Il factoring, come noto, rappresenta un contratto in cui un imprenditore (definito “cedente“) cede i crediti non ancora esigibili che la sua attività imprenditoriale vanta nei confronti della propria clientela ad un’altra parte (detta “factor“) per un certo periodo e quest’ultima si obbliga a riconoscere al cedente una somma in denaro.

È sicuramente utile sottolineare che possono ricorrere a questo strumento gli imprenditori di qualunque dimensione e le imprese artigiane, mentre ne sono esclusi i lavoratori autonomi. Chiaramente, il cedente sostiene dei costi per l’operazione che possiamo così sintetizzare:

  • Commissione: rappresenta il costo inerente la gestione e l’eventuale garanzia di buon fine del credito. Il suo importo non è fisso perché conseguente ai servizi richiesti dal cedente e dalle caratteristiche dei crediti passati al factor;
  • Interessi: maturati sull’importo finanziato fino al momento della riscossione del debito ad opera del factor;
  • Servizi accessori: sono rappresentati dal recupero delle spese, dalla valutazione dei clienti, ecc.

Dunque, siamo in presenza di un contratto che rappresenta una forma di finanziamento attuata in situazioni particolari, in parte disciplinata dalla legge n. 52 del 1991. Questo tipo di accordo viene annoverato fra i contratti atipici, dove l’elemento principale è costituito dalla cessione dei crediti dell’impresa, a cui si accompagnano un finanziamento all’impresa stessa e un’assicurazione nel caso in cui si applichi il factoring pro soluto. Naturalmente, quest’ultimo elemento non esiste nella forma contrattuale pro solvendo.

I vari tipi di factoring

In Italia il factoring rappresenta il 14% del PIL, portando il mercato nostrano ad essere il quarto a livello mondiale. L’utilizzo di questa forma di finanziamento viene sfruttata soprattutto da quelle aziende che hanno una ampia forbice fra i debiti verso i fornitori e i crediti vantati nei confronti della clientela. Con il ricorso a questo contratto anche le aziende che possiedono rating bancari medi possono ottenere le risorse necessarie alla loro crescita. Oltretutto, delegando ad altri attività come il monitoraggio dei clienti, il sollecito, l’eventuale riassicurazione, solleciti (se necessari) e l’incasso.

Il factoring si è evoluto insieme alle esigenze delle aziende ed oggi è in grado di supportare le aziende nella varie strategie operative, sia sui mercati interni che in quelli esteri. Oggi esistono diversi tipi di prodotti legati al factoring:

  • conventional factoring: il factor versa al cedente l’importo dei crediti prima della data di incasso;
  • maturity factoring: il factor provvede al pagamento dei corrispettivi al cedente soltanto ad una specifica data;
  • not-notification factoring: il debitore non viene informato dell’avvenuta cessione del credito al factoring (tipicamente utilizzato da chi vuole mantenere il controllo gestionale sul portafoglio clienti);
  • notification factoring: il debitore viene informato dell’avvenuta cessione del credito al factoring;
  • full factoring: il factor acquisisce la piena titolarità dei crediti, acquisendo la proprietà degli stessi, versando al cedente il loro valore nominale, detratti gli interessi passivi e le commissioni;
  • reverse factoring: tipicamente è uno strumento impiegato da aziende che hanno un elevato giro d’affari in entrata ed uscita che comporta grande capacità di credito. Il suo scopo è sostenere finanziariamente i propri fornitori, a beneficio dell’intera filiera produttiva perché può materializzarsi nell’anticipo a questi ultimi dei crediti vantati o nel pagamento degli stessi a scadenza. I vantaggi più evidenti sono un’aumentata fidelizzazione dei fornitori e la disponibilità di una fonte di finanziamento a prezzi competitivi;
  • international factoring: come dice il termine, si applica quando il cedente vanta crediti verso una o più aziende che operano in uno Stato estero. In questo caso il factor, oltre all’acquisto del credito, fornisce anche tutti i servizi legati alla specificità della situazione (diverse legislazioni, diversa gestione dei crediti, rischio monetario legato al valore del cambio riferito alla moneta utilizzata per il pagamento, ecc.);
  • sola gestione: il factor si occupa di amministrazione, gestione ed incasso del credito;
  • sola garanzia: i crediti vengono acquistati dal factor con la formula pro soluto senza anticipo, né gestione;
  • dilazione al debitore ceduto: i termini di pagamenti previsti alla stipula del contratto vengono rivisti.

Ogni Paese ha il suo modo di gestire il factoring e in questo contesto è da sottolineare, per esempio, la maggiore flessibilità presente in Gran Bretagna dove le uniche formalità richieste rappresentano la notificazione che deve essere in forma scritta.

Factoring sì o factoring no?

Il ricorso al factoring, dunque, rappresenta la soluzione a tutti i problemi? Non esiste una panacea e questo è vero soprattutto in un ambito così complesso come il credito, ma certamente il sistema offre una serie di vantaggi e qualche svantaggio. I vantaggi sono rappresentati dalla possibilità di creare liquidità, dall’ottenimento di un insieme di servizi personalizzati (commerciali, amministrativi, assicurativi e finanziari); dalla semplificazione della gestione commerciale, dall’eliminazione del rischio debitore insoluto (nella forma pro soluto) e dal fatto di avere a disposizione una forma alternativa di finanziamento (accessibile anche da chi ha problemi ad ottenerlo tramite i canali tradizionali). Questo per parlare dei vantaggi diretti, ma esistono anche una serie di benefici legati ai servizi che questo strumento offre. Elementi che permettono una più snella gestione della contabilità verso i clienti, il recupero dei crediti e l’accesso alle informazioni commerciali sui clienti, parallelamente ad una diminuzione delle spese legate alla gestione del personale interno.

Il rovescio della medaglia è rappresentato dall’interesse sulle somme anticipate dal factor che è sensibilmente più alto di quello applicato dal sistema bancario con i tassi per i finanziamenti alle imprese e dai problemi legati all’impatto che l’adozione di un sistema simile può avere nei confronti della clientela che non sempre apprezza.

Per chi fosse interessato a questo strumento, sul sito di ASSIFACT (ASSociazione Italiana per il FACToring) è possibile trovare tutte le informazioni, compreso l’elenco degli istituti associati.

comments
Lascia una risposta

Il tuo indirizzo e-mail non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati con *