Impariamo a valutare se la banca è a rischio: a volte piccolo è bello

Perché fare una classifica delle banche a rischio? Mettere i propri risparmi al sicuro è sempre stata una prerogativa importante di milioni di risparmiatori. Alcuni di questi purtroppo sono rimasti delusi dalle disastrose vicende di qualche istituto di credito. Certe banche venete e il Monte dei Paschi di Siena sono solo alcuni esempi di banche andate in crisi, con migliaia di correntisti italiani che hanno visto i loro risparmi andare in fumo all’improvviso.

I problemi delle banche sono legati principalmente ai mancati rientri di finanziamenti e prestiti, alla superficialità di alcuni amministratori e spesso alla leggerezza degli organi preposti alla vigilanza. Ma allora come fare per stare più sereni? Di quali banche dobbiamo fidarci? Come valutare se un istituto di credito sia a rischio o meno? Vediamolo nei paragrafi seguenti.

Principali parametri di rischio delle banche: eccesso di sofferenze e perdite su operazioni finanziarie

Fondamentalmente le banche possono andare in serie difficoltà finanziarie per due principali motivi:

  • eccesso di sofferenze: si tratta in questo caso dei crediti deteriorati, vale a dire la parte di crediti che una banca vanta nei confronti dei propri debitori, ma che non è più incassabile;
  • perdite su operazioni finanziarie: operazioni fallimentari portate avanti in modo scriteriato per incompetenza o per interessi privati.

Si tratta di situazioni che molto spesso mettono a serio rischio la solidità di una banca. Tuttavia, si possono riconoscere attraverso alcuni importanti parametri. Tali parametri permettono ai risparmiatori e agli investitori di misurare la solidità delle banche e stilare una sorta di classifica delle banche a rischio. In parole piuttosto semplici, trattasi di indicatori che si trovano nei bilanci e nelle periodiche relazioni delle banche stesse:

I parametri

  • CET1 ratio (Common Tier Equity 1), l’indice per eccellenza per la valutazione dello stato di salute di un istituto bancario. Un indicatore utile per misurare il rapporto tra i mezzi di una banca e le attività ponderate per il rischio. In questo senso maggiore è il valore, più solida è una banca;
  • Total Capital ratio, un indice che è il risultato dell’insieme del patrimonio bancario e il valore delle attività ponderate per il rischio. In virtù del Total Capital ratio si può comprendere se una banca ha a disposizione il denaro sufficiente per la restituzione dei soldi ai suoi clienti.

Il Common Tier Equity 1 quindi sta ad indicare i rischi originati dalle sofferenze e le risorse con cui gli istituti di credito riescono a tutelare i prestiti elargiti. Un indice espresso in percentuale che preferibilmente non dovrebbe scendere sotto la soglia del 10%. Invece, il Total Capital ratio dovrebbe almeno essere pari al 10,5%.

Questi sono parametri che cambiano frequentemente e sono da ricercare nei bilanci bancari con molta scrupolosità e senza leggerezza per non incappare in una banca ad alto rischio di default.

Banche: altri indicatori per la valutazione dei rischi

Common Tier Equity 1 (CET1) e Total Capital sono indicatori fondamentali per risalire alla solidità di una banca e capire se la stessa è a rischio oppure no. Tuttavia da soli non bastano affatto perché i fattori che determinano la classifica delle banche a rischio sono anche altri. Al netto del CET1 infatti, un chiaro segnale di un precario stato di salute delle banche è il valore maggiore dei crediti in sofferenza rispetto al capitale dell’istituto bancario stesso. In più è necessario anche:

  • capire la qualità del credito di un istituto attraverso il rapporto delle sofferenze con l’ammontare complessivo dei prestiti;
  • conoscere gli accantonamenti, in quanto una buona politica di copertura delle sofferenze è sinonimo di sicurezza di una banca. Maggiore sono gli accantonamenti per coprire le sofferenze minori sono i rischi per una banca;
  • informarsi sul capitale, con un alto capitale una banca più facilmente copre i pericoli riconducili alle proprie attività;
  • conoscere l’eventuale quotazione in borsa, un altro indice di riferimento per comprendere se la banca è realmente a rischio. In questo caso bisogna controllare i pareri autorevoli delle agenzie di rating ai fini della classifica delle banche a rischio;
  • valutare l’elemento della trasparenza dando fiducia agli istituti di credito che sono soliti non limitarsi soltanto alle pubblicazioni annuali, ma che pubblicano i loro dati con una certa periodicità (trimestrale, semestrale) nel corso degli anni.

Il suggerimento è quello di controllare costantemente almeno i principali parametri, in genere presenti sui siti ufficiali delle banche. Con un continuo monitoraggio dell’ultimo bilancio bancario, gli investitori e i risparmiatori possono capire meglio il livello di sicurezza dei propri risparmi.

Banche a rischio: suggerimenti finali

Dunque gli analisti di settore stilano la classifica delle banche a rischio sulla base di questi fondamentali parametri. Conoscere i rischi per tenersi alla larga da una banca “sospetta” è una buona regola per tutelare il proprio denaro, soldi da tenere lontano da circostanze rischiose anche seguendo alcuni utili accorgimenti. In primo luogo, possibilmente non bisogna depositare più di 100mila euro sui conti correnti e non si devono acquistare obbligazioni o strumenti bancari di altra natura senza un’opportuna valutazione. Fortunatamente, a tutela dei depositi fino a 100mila euro, esiste infatti il Fondo Interbancario di tutela dei depositi, un istituto con il compito di risarcire, nei casi previsti e appunto fino a un importo massimo di 100mila euro, i risparmiatori all’atto dell’eventuale fallimento di una banca. Obbligatorio dal 2011, il Fondo Interbancario di tutela dei depositi è regolarmente riconosciuto dalla Banca d’Italia.

Inoltre, altre ottimi abitudini sono quelle di firmare la documentazione bancaria solo dopo un’attenta lettura dei documenti informativi e dopo averne compreso bene i contenuti, aprire più conti correnti in diversi istituti bancari secondo di principio della diversificazione e provare a colmare le mancanze in termini di cultura finanziaria per investire in modo sicuro e in piena coscienza. Investire in qualche prodotto bancario ignorandone completamente la natura e i possibili effetti è da puri incoscienti. In conclusione, per affidarsi a una banca sicura le valutazioni da fare sono diverse e vale la pena tenere conto di tutti i parametri disponibili. In fondo gli istituti bancari sembrano simili per struttura ed estetica e invece, a parte il marchio, sono sostanzialmente diversi e non garantiscono tutti la stessa solidità. Ignorare questo aspetto significa rischiare senza neanche rendersene conto.