Banche italiane sicure: la classifica e i parametri di riferimento

Conoscere le banche sicure in Italia è indispensabile per avere piena libertà di investire i propri risparmi con la certezza di mantenerli al sicuro. Ma come identificarle tra gli innumerevoli istituti di credito presenti sul territorio? Di seguito andremo a considerare quali sono i parametri di riferimento e la classifica.

Perché rivolgersi a una delle banche italiane più solide

Il fallimento di una banca, con il congelamento dei soldi dei correntisti e una loro perdita parziale o totale, è un concetto che fino a pochi anni fa poteva sembrare impossibile. Invece, le crisi economiche dal 2009 hanno evidenziato come possa essere un avvenimento reale e con gravi ripercussioni sul tessuto economico e sociale.

In Italia dal 2012 sono stati diversi gli interventi del Governo per tutelare gli investimenti della banche e dei correntisti, tra i quali quello relativo al salvataggio del Monte Paschi di Siena nel 2013, il Gruppo di banche venete nel 2015 e la Banca Popolare di Bari, nel 2018.

Le continue fusioni e ricapitalizzazioni e la presenza di un mercato altalenante come quello degli ultimi anni, dovuto alla pandemia, ha portato gli utenti più consapevoli a rivolgersi principalmente verso gli istituti di credito che possono essere valutati solidi. In questa prospettiva, l’idea di sicurezza non è diventata più una semplice opzione ai numerosi servizi offerti da una banca, ma un elemento necessario al fine di disporre di nuovi clienti.

Banche sicure in Italia: quali sono i parametri da considerare

Come fare a identificare quali sono le banche sicure? Sono diversi i sistemi disponibili da parte degli utenti, anche quelli senza conoscenze economiche. Il web aiuta moltissimo in questo offrendo spiegazioni comprensibili, classifiche, recensioni e consigli.

A questo si aggiungono le normative in materia di trasparenza bancaria, che danno a chiunque la possibilità di visionare i parametri considerati fondamentali per identificare la solidità di una banca come: TIER1, CET1, TCR, RWA, SREP e FITD. Vediamo di seguito il loro significato e cosa possono indicare.

TIER1

È il capitale azionario definito anche di livello 1. Dal punto di vista pratico è il patrimonio di un istituto di credito che potrà essere utilizzato per far fronte ad eventuali situazioni di difficoltà. Naturalmente un valore elevato del TIER1 implica che la banca avrà la possibilità di far fronte a situazioni di emergenza senza andare a danno dei suoi correntisti e quindi liquidare azioni. Il minimo richiesto dalla BCE deve essere pari a 7%.

CET1

L’acronimo identifica il Common Equity Tier1 ratio, un valore numerico che viene calcolato partendo dal TIER1 e dividendolo per l’indice di rischio presente nel bilancio di una banca. Ma cosa vuol dire? Questo parametro è molto utile per individuare la solidità di un istituto di credito, dato che rivela la sua capacità di utilizzare il capitale di livello 1 per far fronte alle situazioni di emergenza economica. In base ai parametri della BCE, una banca per essere considerata solida dovrà avere un CET1 minimo pari o superiore all’8%.

TCR

Altro parametro molto spesso consultato per conoscere la solidità della banca è il Total Capital Ratio. Anche in questo caso si considera un valore numerico che la Banca Centrale Europea fissa di anno in anno e che oggi si attesta al 10,5% come quota minima. Questo valore prende come riferimento il rischio a cui si espone un istituto di credito nell’effettuare prestiti che potrebbero non essere restituiti, valutando quindi la sua affidabilità a restituire i capitali dei propri clienti, in caso di necessità.

RWA

L’indice di rischio degli investimenti è un altro fattore determinante per individuare le banche italiane più solide. Infatti, è un valore che identifica la quantità di patrimonio che deve essere immobilizzato dalla banca per coprire il rischio legato agli investimenti effettuati e che quindi non potrà essere utilizzato come patrimonio liquido.

SREP

Il Supervisory Review and Evalutation Process non è un vero e proprio parametro, ma una valutazione eseguita dalla Banca Centrale Europea sui livelli di rischio di ogni istituto di credito. Potrà essere utile per identificare subito le banche più sicure, se questa valutazione avrà avuto esito positivo.

FITD

Tra i parametri di riferimento per identificare una banca solida, sarà importante considerare anche la presenza del Fondo Interbancario per i Depositi. Grazie ad esso il cliente avrà un’elevata sicurezza, dato che in caso di insolvenza da parte della banca si potrà accedere al proprio denaro fino a una somma di 100.000 €.

Quali sono le banche più sicure in Italia?

Ecco quali sono le banche più sicure in Italia con riferimento ai parametri CET1, TER1 e TCR.

Mediolanum, Banca Sella e Gruppo BPER:

Al primo posto della classifica degli istituti di crediti più sicuri in Italia, c’è Medionalum. Si tratta di una realtà che ha saputo combinare sin dalla sua creazione innovazione e solidità. Oggi ha raggiunto un CET1 pari al 21,3% con un numero di clienti che supera i 2 milioni di utenti. Il capitale netto nel primo semestre del 2021 è stato pari a 280 milioni di euro con un parametro TCR del 20%.

Tra gli istituti bancari più antichi d’Italia, Banca Sella ha saputo negli anni combinare la tradizione con la capacità di adattarsi ai continui cambiamenti del mercato attraverso strumenti funzionali, affidabili e un’attenzione continua alle esigenze dei clienti. Ciò l’ha portata ad avere un’elevata solidità con un parametro CET1 ratio del 16,09%.

BPER, grazie a una governance equilibrata, oggi ha più di 30 mila filiali sparse in tutta Italia. Può essere considerata anche una banca solida? La risposta è positiva, dato che l’indice CET1 è del 14,5%, con un utile netto che la rende tra gli istituti con maggiore liquidità: supera i 500 milioni di euro e ha un indice di rischio basso pari al 4,9%.

Dal Gruppo CREDEM a BPM

Il Gruppo CREDEM è stato considerato dalla BCE tra le migliori 16 banche in Europa e occupa il quarto posto in Italia per solidità. Una crescita che si è avuta negli ultimi anni grazie alle strategie intraprese, che hanno spinto i clienti a rinnovare la fiducia nei prodotti del Credito Emiliano. Il CET1 è del 13,51% con un TCR del 14%. Una delle più importanti banche italiane per numero di clienti, per le sedi, per la capitalizzazione, ma anche per solidità è Intesa San Paolo. Nel primo semestre del 2021 ha superato tutti gli stress test previsti dalla BCE acquisendo un parametro CET1 del 12,80% e un valore Total Capital Ratio salito al 17,2%.

Gli ultimi anni hanno visto il Gruppo Carige effettuare scelte coraggiose, ma decise nei propri investimenti, diversificandoli e al contempo riuscendo a consolidare il suo stato patrimoniale. La fiducia degli investitori è alta e ha portato a un incremento del capitale, permettendo di raggiungere il valore del CET1 ratio pari al 12%. Il Gruppo BPM, infine, con un bilancio di esercizio in continua crescita e un utile che ha superato gli 800 milioni di euro, si classifica tra le 10 banche più solide in Italia. Il suo CET1 è dell’11,44% con un TCP del 17,80% e un valore SREP del 2,25%.

Gli ultimi tre posti

In UBI Banca il CET1 ratio è dell’11,49% e dispone di un Total Capital Ratio del 14,25%. Il Gruppo rimane tra gli istituti di credito su cui si può puntare per la sicurezza dei propri capitali. Per il 2021 anche Cariparma può essere considerato tra i gruppi bancari più sicuri, grazie a un numero di clienti che supera i 2 milioni, una liquidità netta di oltre 900 milioni di euro e un CET1 ratio del 12,6%. Infine, abbiamo Unicredit che come punto di forza ha avuto la capacità di offrire prodotti adatti a un target di clienti, giovani, alle famiglie, ma anche ai pensionati. Oggi è considerata una banca molto flessibile e affidabile con un CET1 del 11%.